C’è un problema che io trovo molto importante, ovvero l’estremizzazione del processo [la valutazione dei contenuti tramite il click o il like degli utenti]. È come se si innescasse sempre una sorta di volano, per cui il prodotto che viene valutato, l’utente che viene apprezzato, la canzone che viene ascoltata, poi viene riapprezzata, riascoltata, rivalutata, in un processo autogenerante, dove i bestseller, le cose più visibili non sono necessariamente le migliori. L’esempio più classico è quello di YouTube, che trovo veramente disdicevole. Qui la valutazione in realtà non è una valutazione esplicita, ma una valutazione in termini di click. Ora se io vedo che un video è particolarmente cliccato, clicco anch’io. Poi magari non mi piace affatto e lo trovo del tutto sciocco. Ma la curiosità di vedere fa sì che poi il click resti. Quindi tra i due miliardi e passa di click su Gangnam Style, canzone che trovo del tutto mediocre, ormai c’è anche il mio. Impossibile dire, ho sbagliato, togliete il mio click, questa cosa non l’avrei voluta vedere, fate sì che il mio “voto” non conti. Nella vita reale questa reversibilità non è possibile, ma su YouTube sarebbe facilissimo. Perciò è una scelta di design.Il mio click resta. Anche se non apprezzo il contenuto, anzi anche se proprio non mi piace per nulla. Il click è un'azione irreversibile (così hanno scelto molte piattaforme). Questo fenomeno di fatto può deviare il processo di "valutazione" sulla Rete (che avviene attraverso lo sharing e il like): i testi che emergono non sono migliori in senso assoluto (relativamente a criteri riconosciuti e codificati), ma sono quelli socialmente più performativi, ossia i contenuti che "fanno fare" più cose a più persone!
In realtà, nelle società umane, è sempre successo così: prevale il punto di vista che riesce a "muovere" più soggetti. La differenza sta nella modalità in cui si impone questa prevalenza: con la violenza, con la negoziazione, con il sotterfugio, attraverso una votazione, un dibattito, una minaccia... Tirannide, aristocrazia, democrazia si differenziano per il modo in cui è gestita la dinamica della libertà di scelta. Tra persuasione, retorica, mistificazione e forza bruta.
La questione del click - il modo digitale di esprimere la propria scelta - è dunque fondamentale, soprattutto per la meducazione critica: il gesto più semplice è anche quello più denso di conseguenze. Spesso irreversibili.
PS. Sul tema del click, cfr. la visione critica di Morozov.