mercoledì 12 giugno 2019

l'educazione ai media è la lingua comune del mondo nel 21 ° secolo, noi comunichiamo con tutti.

questo video è preso come registrazione


Pontificia Università Lateranense
PONTIFICIO ISTITUTO PASTORALE REDEMPTOR HOMINIS


Media Education

Prof. Fellipo Cerretti


Arficho Dawi Beyene 722644
Teologia Pastorale
Giugno, 2019 
we have done the following topics in media education in accademic of 2018-219;
 1) Personal Blog - Welcome  

2) Personal blog :  P resentation staff 

3) Potter - Mind Map

4) Group work (Fernandez, Cafarelli, Kruzic): Analysis of media and digital skills 

5) Examples of memes:  1

6) Examples of memes: 2








lunedì 10 giugno 2019

Meme

Personal Introduction




Ciao a tutti! Sono John Castillo, provengo dell'arcipelago del sud-est asiatico. Situato nell'Oceano Pacifico occidentale, consiste di circa 7.641 isole, Filippine, sono appartiene alla Piccola Opera della Divina Provvidenza (Don Orione). Ora, sto il mio secondo anno all'Istituto Pastorale, prendendo la licenza in teologia della comunicazione.






Un video promozionale sulle Filippine ...



Manila, in filippino Maynila, nome completo Lungsod ng Maynila) è la capitale delle Filippine. È situata sulla costa est della baia di Manila sulla più grande delle isole delle Filippine, Luzón. Nonostante le sacche di povertà presenti, è una delle città più cosmopolite del mondo e la sua area metropolitana è il centro economico, culturale ed industriale del paese.
È il centro di una prosperosa area metropolitana con oltre 12 milioni di abitanti; l'area di Metro Manila, alla quale la città di Manila appartiene, è un'enorme metropoli costituita da 17 città e municipalità; la città stessa, con il suo milione e mezzo di abitanti, è la seconda città più popolosa delle Filippine. Soltanto Quezon, un'area suburbana nonché precedente capitale del Paese, è più popolosa
   








  w e l c o m e 
                                     
   t o 


JOHN CASTILLO BLOG


esempio di meme

stereotipi
This is a kind stereotype video on a man who becomes a man of God, priest. It becomes viral in the Philippines society because a "rare" young man and so to say "good looking" at this time he chooses instead to become a priest rather than career man.
This episode was aired in the Philippines Television a GMA7 Network by an internationally awarded journalist and anchorwoman who is Ms. Jessica Soho.
Tagalog was the language used by the anchor.
LISTA: Fake news condivise da pagine basate su PH prese da Facebook


                          Shared article: Social Media and Religion
                                
                                                 MEDIA EDUCATION 
                                                                  Prof. Filippo Ceretti

               

Lavori Media Education 2019 - Da Silva Josimar Felipe

Lavori Media Education 2019 

Professore: Filippo Ceretti

Studente: Josimar Felipe DA SILVA


1) Sperimento 1: Presentazione: Benvenuti a Media Education

2) Sperimento 2: Presentazione personale 


4) Esempi di meme: 1 e 2

5) Memes creatiMeme 1, Meme 2, Meme 3

6) Foto

7) Steriotipi nella comunicazione mediale: Il prete e il vescovo nel film "Auto da compadecida"
   Auto da compadecida è una commedia drammatica di Ariano Suassuna, scritta nel 1955 e rappresentata nel 1956. L'opera unisce elementi della popolare letteratura di cordel e del barocco-cattolico, mescolando cultura popolare e tradizione religiosa. Con questa opera, Suassuna raggiunse definitivamente la notorietà. Dall'opera è stato tratto il film O auto da compadecida del 2000. Il film è un classico brasiliano.

I personaggi: il vescovo e il prete forse saranno interessanti da analizzare nel nostro laboratorio sugli stereotipi. La scena del film 🔝(link sopra) rappresenta un momento comico di quasi "litigio" tra vescovo e prete sulla divisione di una determinata somma di denaro (donata alla parrocchia per la celebrazione di una cerimonia) tra parrocchia e diocesi.

8) Fake News: 5 fake news politiche - Elezioni presidenziali Brasile 2018


9) Alcuni articoli condivisi nel gruppo:
     

 a)  Il World wide web compie 30 anni

b) World Wide Web, ecco com'era navigare su Internet nel 1989

c) Mio sperimento coi link in un articolo all'interno di pulceretti.blogspot.com: World Wide Web (www.), la "Rete", compie 30 anni.

     

I LAVORI . : IL CORSO MEDIA E COMUNICAZIONE . NICETUS N. TAIRO

  1.  Il lavoro di gruppo.   Terzo gruppo  Scheda di analisi della competenza mediale e digitale i nomi dei partecipanti: Nicetus Tairo, Tamabimba Simon Giscard, Aram Saado.
  2. FAKE NEWS .«FAKE NEWS» E BIBBIA Quale parola è credibile? 





    Imagine n.1

    Ogni rappresentazione è sempre una prospettiva sulla realtà, un punto di vista parziale

  3. I MEME .Nel 1976 il meme viene definito dal biologo Richard Dawkins nei termini di “unità di trasmissione culturale”: come i geni sono gli elementi primari dell’informazione biologica che permettono il replicarsi e il mantenimento delle forme di vita (e la loro mutazione genera le variazioni evolutive), così la cultura sarebbe composta da minime unità di significato che danno vita - con la diffusione delle loro copie e delle loro variazioni - all’evoluzione della cultura umana. Questa ipotesi “evoluzionistica” della cultura è difficile da dimostrare (quali sarebbero questi significati primari che gli uomini comunicano e trasmettono?
    In che modo si modificano?), ma molto suggestiva: è infatti possibile immaginare che esistano dei “mattoni culturali” di cui gli individui si servono per costruire nuovi “edifici culturali”. In questa ottica, il meme si definisce come «il singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo a un altro o da uno strumento di comunicazione ed espressione a un altro» (Treccani).
    imagine n.2

    Fake news Meme o Stereotipo?






















martedì 7 maggio 2019

GLI STEREOTIPI NELLA COMUNICAZIONE MEDIALE: le rappresentazioni delle figure religiose




LE FIGURE SACERDOTALI DELLA TELEVISIONE ITALIANA



DON CAMILLO




Don Camillo è un personaggio immaginario creato dallo scrittoregiornalista e fumettista italiano Giovannino Guareschi, come protagonista (opposto all'antagonista amico-nemico Peppone) in una serie di racconti nei quali è il parroco di un piccolo paese in riva al Po (nelle riduzioni cinematografiche identificato poi con Brescello - e il vicino comune di Boretto - nel quale son girate diverse scene, sebbene don Camillo sia presentato dall'autore nella prima storia come "l'arciprete di Ponteratto"), un ambiente che Guareschi definisce Mondo Piccolo, idealmente paradigmatico della realtà rurale italiana del dopoguerra.




DON MATTEO




Il protagonista, don Matteo Bondini, è il parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Gubbio, poi trasferito a quella di sant'Eufemia a Spoleto dalla nona stagione. Grazie all'amicizia e alla collaborazione con il maresciallo dei Carabinieri Nino Cecchini, riesce a intrufolarsi nei casi legali e criminali e a risolverli grazie a un indizio decisivo, che arriva molto spesso per intuizione innata e per la sua ampia conoscenza dell'animo umano. Don Matteo è gentile e disponibile verso tutti e mostra una straordinaria capacità amorevole verso le persone coinvolte nel caso, anche nei confronti degli assassini. Le sue intrusioni non sono, però, molto gradite ai capitani che si susseguono nella locale caserma dei Carabinieri, Flavio Anceschi, Giulio Tommasi e Anna Olivieri: questi cercano di tenerlo lontano dalle indagini, ma alla fine riconoscono sempre la bravura del sacerdote.




DON MARCO





Don Marco è un sacerdote molto intelligente. La morte del suo "padre spiritualelo pone in una situazione difficile: non solo deve prendere in consegna la vecchia parrocchia di quest'ultimo, ma deve anche continuare il lavoro del defunto sacerdote come cappellano nella prigione locale. Per la prima volta nella sua vita, Don Marco si trova di fronte a coloro che vivono ai margini della società. Presto il piccolo Picchio, orfano, diventa il suo amico sempre allegro. Don Marco aiuta il suo "nuovo gregge" come può; si occupa non solo dei carcerati, che portano con sé  le loro tragiche situazioni da affrontare, ma anche le loro famiglie che hanno  gravi problemi. Un giorno don Marco incontra Maria, la figlia di uno dei carcerati, che è diventata una prostituta per pagare le spese legali di suo padre. Quando la ragazza si innamora di lui, il sacerdote viene messo a dura prova. Dopo una lunga serie di conflitti interiori, don Marco decide di continuare a vivere la sua vocazione da prete.








ARTICOLO: I preti “filtrati” dai mass media

Sacerdoti e stereotipi: la diocesi di Brescia ha analizzato i racconti mediatici sulla figura del prete prendendo lo spunto dalla visione comunitaria dell'ultimo film di Carlo Verdone.




CARLO VERDONE INTERPRETA "PADRE CARLO" NEL FILM "IO, LORO E LARA"

Può il cinema servire ancora per sondare l’animo umano e stimolare pensieri su ciò che viviamo? È possibile che un film ritorni ad essere strumento di dialogo con la comunità? Credo di sì, anche quando si tratta di preti. A Brescia, nei giorni scorsi, ci abbiamo provato proponendo ai sacerdoti diocesani una visione riservata della commedia di Carlo Verdone «Io, loro e Lara» , in programma nei cinema di tutta Italia. I preti (quelli veri) hanno aderito in una settantina. Parroci e vicari parrocchiali, sacerdoti di curia, novelli e monsignori in pensione hanno scelto di trascorrere una mattinata al cinema per «farsi due risate» , ma anche per riflettere insieme sull’immagine che del prete danno i mezzi della comunicazione sociale.
  L’iniziativa dell’Ufficio per le comunicazioni sociali e del Sas (servizio assistenza sale della comunità) della diocesi si colloca nel contesto dell’Anno Sacerdotale e della diffusione del messaggio per la 44 ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che Papa Benedetto XVI ha dedicato al rapporto tra sacerdoti e media.
  Ma torniamo alla visione bresciana.
  «Come ci raccontano? Quale figura di noi viene costruita nell’immaginario collettivo dai preti in voga su piccolo e grande schermo? Cosa c’è di don Camillo, don Luca o don Matteo nella nostra vita? Quanto ci rappresentano e quanto dicono del nostro ministero e della nostra passione per il Vangelo?» . Domande legittime (da preti) soprattutto in un tempo dove la cultura sembra costruita dallo spettacolo e dove è facile giudicare per stereotipi.
  I bresciani si sono così messi a confronto e l’occasione è venuta proprio dal film di Carlo Verdone. Questa commedia onesta, si presta proprio a farci capire come la gente ci vede. Nel film, la schietta umanità di don Carlo (Verdone, attore e regista) viene messa a dura prova quando dalla missione dove opera in Africa decide di tornare in Italia per prendersi un momento di riflessione sul suo percorso di fede. Al ritorno in famiglia però vive un’esperienza grottesca, con rapporti umani allo sbando: il padre che sposa la sua giovane badante moldava Olga; la sorella psicologa opportunista e isterica, il fratello cocainomane e Lara, la sorellastra dal carattere provocatorio, ma che si rivelerà migliore di quanto appare all’inizio. Tra questi e altri personaggi, tutti in balia di debolezze e manie, don Carlo si giocherà nei rapporti umani (dove forse il Signore lo chiama).
  La platea ha apprezzato l’umanità con cui Verdone racconta il suo personaggio: «La figura del prete non viene banalizzata, ma presentata come un uomo di Dio tra gli uomini - ha commentato don Aldo Delaidelli di Roncadelle -: Carlo è un prete che vive drammi interiori esattamente come tutti gli esseri umani, a volte nella sua stessa famiglia». «È un film che ci provoca - ha spiegato don Gabriele Pedrina, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali di Padova chiamato a presentare la mattinata - : non è importante per il dibattito teologico, ma per il modo in cui viene descritto il protagonista» . Secondo Pedrina, Carlo non è un prete eccezionale come come ad esempio don Matteo, che merita attenzione perché fa l’investigatore, ma è un prete che vive la contemporaneità e che, ai clichè, sembra rispondere: «Ma è davvero questo che pensate di me?» .
  Verdone offre al pubblico un prete onesto che anche per questioni complesse come la castità, come ha sottolineato don Renato Piovanelli di Rezzato, «ammette la sua fragilità pur rimanendo vigile, senza permettere che questa degeneri nel peccato» . «Un sacerdote che si chiede se la comunità lo consideri un prete o lo veda più come una persona che ascolta, su cui riversare le proprie grane - ha aggiunto don Delaidelli - . È un prete alla portata di tutti: non un santo, non un asceta, ma un uomo con le sue debolezze che deve mettersi in gioco nelle relazioni quotidiane» .
  Una critica al film? Qualcuno dei presenti sottolinea che «don Carlo è un prete che, forse, manca un po’ di spiritualità» . Le conversazioni di don Camillo con Dio, attraverso il crocifisso, forse sarebbero potute apparire superate, ma nel film sembra che Carlo non senta mai il bisogno di fermarsi a pregare. « Sarebbe potuto essere anche altro, rispetto a un prete» , è stato un commento. E c’è chi ha chiesto «Io, loro e Lara... e Dio?».
  Questo in un film che, in quanto mediazione culturale, ha permesso, stavolta ai preti, di ritrovarsi un po’ di più - quasi a dire - «quel prete, pur con qualche difetto, è un po’ uno di noi soprattutto quando nel nostro ministero siamo accanto alle famiglie in difficoltà, con i giovani inquieti, con gli anziani soli e ci sforziamo di dire loro una parola di vita e di speranza» . Il fatto, poi, di averlo condiviso li ha aiutati a prenderne coscienza e forse a desiderare che anche gli altri - quelli che i preti li raccontano ­- conoscendoli imparino a comunicarli con più verità.




LA SUORA PIÙ FAMOSA D’ITALIA: SUOR ANGELA




Suor Angela, insieme alle sue consorelle, gestisce un convitto che ospita ragazze e persone provenienti da scenari diversi. Qui si trova anche un bar, l'Angolo Divino, un punto di ritrovo comune che porta il loro tranquillo convento ad essere frequentato da diversi personaggi ogni episodio. Questo fa sì che suor Angela entri in contatto con le loro vicende quotidiane e venga coinvolta nei loro problemi.
Suor Angela interpretata da Elena Sofia Ricci è la protagonista della serie. All'anagrafe Lorenza Rapetti, ha preso i voti dopo aver scontato in carcere una pena detentiva per rapina a mano armata e concorso in omicidio. Suor Angela è una donna spontanea e fuori dal comune, che ha trasformato il proprio convento in un convitto per ragazze, con tanto di bar. Il suo carattere impiccione la spinge a "ficcare il naso" nelle indagini dell'ispettore di polizia Marco Ferrari, il cui passato è legato a quello della suora. Rivela infine all'ispettore di aver partecipato alla rapina in cui è morto suo padre; l'uomo, dopo un iniziale allontanamento, decide di perdonarla. Quando Marco sceglie di andarsene dal convento dopo essere stato rifiutato per l'ultima volta da Giulia, ragazza del convitto, suor Angela riesce a farli ricongiungere e a farle dire che sua figlia è anche figlia di Marco. In seguito, suor Angela trasforma il convitto in una residenza universitaria. Manuela, una sua amica ed ex moglie dell'avvocato Guido Corsi, prima di morire le affida il figlioletto Davide, che lei a sua volta dovrà affidare allo stesso Guido. Per far sì che quest'ultimo accetti, fa in modo che diventi il tutor della residenza. La nuova missione di suor Angela, adesso, è fare in modo che Guido riconosca Davide come suo figlio. Riesce alla fine nel suo intento, facendo in modo che Guido e Azzurra diventino la sua famiglia. Dopo il trasferimento a Fabriano, suor Angela va a insegnare in un liceo e si "immischia" nei problemi dei suoi alunni e di quelli delle ragazze del convento. Tempo dopo a Fabriano arriva sua nipote Monica e suor Angela la aiuterà nella sua relazione con Nico, nuovo avvocato dopo il trasferimento di Guido a Londra. Aiuterà inoltre Azzurra a instaurare un rapporto con la figlia adolescente Emma, da lei abbandonata quando era giovane.




2 FILM CON STEREOTIPI DI TIPO RELIGIOSO

1. SISTER ACT



Deloris Van Cartier è l'esuberante solista di un trio musicale femminile in stile anni '60, The Ronelles (parodia delle Ronettes), che si esibisce al Moonlight Lounge a Reno, in Nevada. Il proprietario del casinò è l'amante di Deloris, Vince LaRocca, con il quale litiga puntualmente perché l'uomo, che è sposato, rifiuta di divorziare, nonostante continui a dirle di amarla davvero e di voler stare con lei; ciò che Deloris non sa è che Vince è anche un pericoloso boss criminale, coinvolto in ogni sorta di attività illegale.
Una sera, dopo l'ennesimo litigio, Deloris e Vince si lasciano in malo modo. L'uomo, per farsi perdonare, le regala un visone, che poi Deloris scopre appartenere alla moglie di lui, Connie. Offesa da questo gesto superficiale, la donna va nel suo ufficio per restituirglielo e scaricarlo definitivamente, ma finisce con l'assistere involontariamente all'esecuzione dell'autista di Vince, colpevole di aver fatto una soffiata alla polizia il giorno prima. Deloris si dà alla fuga; Vince le sguinzaglia dietro i suoi due tirapiedi, Willy e Joey, ma Deloris riesce a salvarsi e a raggiungere la stazione di polizia.
Il tenente Eddie Souther mette al corrente Deloris delle attività criminali di Vince e le chiede di deporre contro l'ex amante in qualità di testimone chiave; il processo, però, si terrà solo di lì ad un paio di mesi e Deloris, nel frattempo, dovrà rimanere nascosta sotto falsa identità nel convento di Santa Caterina, a San Francisco. Così Deloris, nonostante molte proteste e la titubanza della stessa Madre Superiora del convento, diventa suo malgrado una suora, assumendo l'identità di “Suor Maria Claretta”.
La vita monastica non fa decisamente per la donna, che sin dall'inizio si rivela insofferente alle rigide regole e all'atmosfera tranquilla del convento, ma, grazie al suo carattere estroverso, la finta suora stringe ben presto amicizia con tre consorelle, la simpatica Maria Patrizia, la timida novizia Maria Roberta e la burbera Maria Lazzara. Un giorno, a seguito dell'ennesimo richiamo per indisciplina, la Madre Superiora dispone che Maria Claretta potrà restare nel convento ad una condizione, ovvero entrare a far parte dello scalcagnato coro del Santa Caterina. Così facendo, la Madre Superiora spera di riuscire finalmente a mettere un freno alla scatenata Maria Claretta, ma anche che l'esperienza della finta suora come cantante sia d'aiuto per il coro. Maria Claretta, che ha avuto modo di assistere alle orribili prestazioni del coro, ne è tutt'altro che entusiasta, ma accetta. La domenica successiva, a messa, il coro, che nel frattempo ha eletto Maria Claretta come nuova direttrice, sorprende tutti intonando splendidamente il Salve Regina Coelitum ed esibendosi subito dopo in una versione dello stesso inno rielaborato in tono gospel e rock.
La Madre Superiora è furibonda e ordina che Maria Lazzara riprenda la direzione del coro, com'era prima dell'arrivo di Maria Claretta, ma il parroco Monsignor O'Hara, che ha celebrato la Messa, è rimasto estasiato da come il coro sia riuscito persino a richiamare i passanti in chiesa con la propria esibizione. Maria Claretta coglie la palla al balzo e convince il Monsignore a permettere alle suore del convento di dedicarsi a migliorare la vita nel quartiere. La celebrità del coro attira persino una troupe televisiva e Deloris evita per un pelo di farsi riprendere dalle telecamere. Souther la raggiunge al convento per farle una ramanzina e, una volta chiarite le cose, assiste ad una delle esibizioni del coro, che quella domenica presenta una versione gospel di My Guy (rielaborata con il titolo “My God”). Dopo la Messa, Monsignor O'Hara informa le suore che il Papa in persona, impegnato in quel momento in un viaggio apostolico negli Stati Uniti, ha chiesto di poter assistere egli stesso ad un'esibizione del coro la domenica successiva. La Madre Superiora vorrebbe che per l'occasione il coro si attenesse ad uno stampo più tradizionale, ma tutte le suore appoggiano lo stile di Maria Claretta. La Madre Superiora successivamente convoca Maria Claretta nel suo studio, dove le comunica la sua intenzione di dimettersi. Il tenente Souther, in quegli stessi istanti, telefona a Maria Claretta e le comunica che il processo è stato anticipato e che, quindi, potrà uscire dal convento in tempi brevi. La donna, dopo la telefonata, è visibilmente scossa e malinconica, poiché si era affezionata al convento e alle sue consorelle. La notte stessa le amiche di Maria Claretta si radunano in cucina per mangiare gelati.
Il tenente, nel frattempo, è impegnato nella ricerca di una talpa al dipartimento di polizia che sta rivelando a Vince i nascondigli di tutti i testimoni. La spia si rivela essere il detective Tate. Prima di essere arrestato, comunque, egli fa in tempo a rivelare a Vince che Deloris si trova al convento di St. Katherine. Souther allora corre al convento a prendere Deloris, ma lei non vuole abbandonare le consorelle prima del concerto; tentando di sfuggire a Souther, viene catturata da Willy e Joey insieme a Maria Roberta. Quest'ultima riesce a scappare e informa Souther che i malviventi stanno portando Deloris al Moonlight Lounge. La Madre Superiora, a questo punto, è costretta a rivelare alle consorelle la vera identità di Suor Maria Claretta. Dopo una breve discussione, le suore del convento decidono di andare loro stesse a Reno per salvare la loro amica.
Al casinò, intanto, Deloris è fatta prigioniera da Vince e ordina ai suoi scagnozzi di ucciderla. Willy e Joey però non se la sentono, affermando che Deloris sia davvero una suora, nonostante Vince stesso dichiari che la donna non lo sia affatto. Deloris successivamente riesce a scappare. Vince e i suoi due scagnozzi le danno la caccia per tutto il locale, ma l'arrivo delle suore del St. Katherine li manda completamente in tilt. Alla fine, i malviventi riescono a intrappolare tutte le suore, ma Souther neutralizza Vince un momento prima che questi uccida Deloris. Vince, Willy e Joey vengono così finalmente arrestati.
Infine, il concerto per il papa ha luogo: le suore, dirette un'ultima volta da Deloris, intonano I Will Follow Him, riscuotendo un successo trionfale e venendo acclamate da tutti, inclusi il Pontefice e la Madre Superiora, che ha infine riconosciuto la ventata di positività portata da Deloris nel convento. Durante i titoli di coda, si vedono le copertine di numerose riviste che mostrano come Deloris, a seguito della sua singolare vicenda, sia divenuta una celebrità.


2. SE DIO VUOLE




Tommaso, uno stimato cardiochirurgo, vive con la moglie Carla, affascinante ma ormai sfiorita come gli ideali in cui credeva e segreta alcolizzata che adotta bambine/i a distanza. Tommaso e Carla hanno due figli: Bianca, che abita nell'attico accanto insieme al marito Gianni Malloni, agente immobiliare, ed Andrea, iscritto alla facoltà di medicina.
Andrea però sembra cambiato: è spesso chiuso nella sua stanza e la sera esce senza dire a nessuno dove va. Il padre una sera lo osserva incontrarsi con l'amico venutolo a prendere in motorino e ipotizza che Andrea sia gay. Avendo il ragazzo comunicato a cena che la sera dopo vuole fare un annuncio alla famiglia, il padre raduna moglie, figlia e genero per convenire che avrebbero preso la novità con stile offrendo ad Andrea tutta la loro benevolenza. Ma la sera dopo Andrea, radunata la famiglia, dichiara di voler diventare sacerdote. Attoniti i familiari cercano di agire come convenuto ma hanno difficoltà e per Tommaso, ateo convinto, un figlio prete è un duro colpo. Mentre finge di dargli appoggio totale, decide di capirci di più e inizia a seguirlo di nascosto insieme al genero Gianni, che l'aiuta. Arriva così a Don Pietro: è lui ad aver fatto il lavaggio del cervello a suo figlio.
Intanto Bianca per solidarietà al fratello inizia a leggere i vangeli, guarda film religiosi e arriva a rifiutare rapporti intimi con il marito se non a scopo procreativo. Ha una forte lite con il padre al quale rimprovera di averla sempre giudicata e mai amata per quello che era.
Approfittando dell'assenza di Andrea, in ritiro in un monastero, Tommaso, sotto mentite spoglie, comincia una vera e propria guerra senza esclusione di colpi per smascherare la dubbia fede del prete: si finge povero, con una moglie che lo picchia e un fratello con disturbi cognitivi e chiede aiuto al prete; quando la messinscena sembra finita, tornando a casa il chirurgo va a vedere Andrea nella sua stanza e lo trova in compagnia proprio del prete, il quale non lo smaschera davanti ad Andrea, ma in terrazzo gli chiede il perché delle bugie. Tommaso gli dice che Andrea non può buttare la carriera da medico per seguire una cosa che nemmeno esiste. Allora Don Pietro per penitenza chiede a Tommaso di essere a sua disposizione ogni giorno per un mese, per fare insieme a lui i lavori nella piccola chiesa che sta rimettendo a posto. Tommaso deve accettare. Durante questo mese Tommaso, che inizialmente crede che Don Pietro sia un uomo losco e immorale, si ricrede conoscendolo, capendo che è un prete buono, gentile e disponibile.
Intanto Carla non sopporta più la situazione e si trasferisce nella stanza della domestica Xenia e non vuole saperne del marito. Tommaso inizia così un percorso dentro di sé, riscoprendosi e arrivando a dubitare delle sue ferree convinzioni. Le giornate con Don Pietro diventano puntuali appuntamenti dove evolve e da lì nasce una vera amicizia con il sacerdote. Inizia quindi a confidarsi ed a chiedergli consigli su come affrontare la situazione che sta vivendo in casa. Proprio in una di queste occasioni, Don Pietro lo porta in un posto dove rivela al medico le sue convinzioni di fede e che lui si è fatto prete dopo 8 anni di carcere. Tommaso è comunque un uomo cambiato. Arriva il giorno in cui finisce il lavoro da Don Pietro: Tommaso cerca di offrirsi per continuare a rimettere a posto la chiesetta, ma Don Pietro è irremovibile. Tommaso una volta tornato a casa decide di affrontare il figlio ed entra nella stanza di Andrea ma lo trova con una ragazza in atti amorosi. Andrea gli spiega di aver cambiato idea, ma che proprio per questo non ne aveva parlato con lui per il timore di deluderlo. Tommaso gli dice che non c'è niente di male nel cambiare idea e che lui stesso lo fa spesso, è un uomo cambiato. Divertito, pensa a quando Don Pietro lo saprà ma scopre che Andrea glielo aveva già detto un mese prima: quando Don Pietro era venuto a trovarlo gli aveva sconsigliato di diventare sacerdote, perché non sembrava fatto per quel mestiere. Tommaso capisce il gioco del prete e prova a chiamarlo, proprio mentre Don Pietro è in motorino e viene investito da un furgone.

Tommaso, arrivato in ospedale, scopre che Don Pietro ha avuto un incidente e deve essere operato ma, ormai diventato suo grande amico, rifiuta di assistere all'operazione condotta dal collega constatando che le lesioni riportate sono molto gravi e che difficilmente il prete si riprenderà. Tommaso allora, fortemente dispiaciuto, finisce i lavori nella chiesa e torna nel posto in cui Don Pietro gli aveva rivelato i suoi segreti, sperando che il suo amico si riprenda presto e che tutti i problemi si risolvano.